Quella della solidarietà è una fiamma che resta sempre accesa e si alimenta condividendola. Così come l'attenzione della Fondazione Cannillo e della Fondazione Vincenzo Casillo hanno contribuito a mantenere accesa la fiamma dei fornelli della mensa dei poveri dell'associazione di volontariato centro aperto "Diamoci una mano" di Corato .
Grazie alle due fondazioni, infatti, l'associazione ha potuto acquistare una nuova cucina professionale, per continuare ad assicurare un pasto caldo completo da asporto, ogni giorno, per circa 70 utenti bisognosi della città.
Con un affettuoso sostegno ed un generoso contributo, Cardenia Casillo, presidente della Fondazione Vincenzo Casillo, e Nicolangela Nichilo, Presidente della Fondazione Cannillo, non hanno esitato ad accogliere la richiesta di aiuto da parte del Centro Aperto Diamoci Una Mano, sempre più in affanno nell'esercizio del servizio mensa a causa delle condizioni di deterioramento della cucina.
Un momento di festa per il Centro Aperto Diamoci Una Mano, concretizzatosi con una inaugurazione simbolica della nuova cucina insieme a Cardenia Casillo e Nicolangela Nichilo, alla presenza del sindaco Corrado De Benedittis e dell'assessora Antonella Varesano, sempre vicini alla realtà di volontariato fondata da Don Luca Masciavè e oggi presieduta da Vesna Muslic.
"Darsi una mano, è il primo segno di civiltà di una comunità, che vuol essere sempre più equa e solidale. Darsi una mano vuol dire scambiarsi un gesto di reciproca fiducia, che rende ciascuno parte integrante del tessuto sociale, di una comunità, con cui condividere i momenti lieti ma, soprattutto, condividerne le difficoltà. La fiducia è un seme fertile, che nutre la Speranza (nell’accezione attiva del termine), è la forza propulsiva alla realizzazione di un’idea, di una visione, che man mano diventa un progetto, un obiettivo da realizzare. - dichiara Nicolangela Nichilo Presidente della Fondazione Cannillo - Ecco, la Fondazione Cannillo nasce proprio da questo senso di appartenenza, di fiducia verso il prossimo. Nasce dall’intimo desiderio di “organizzare al meglio la speranza” di contribuire al benessere ed allo sviluppo sostenibile del territorio in cui opera e delle persone che lo abitano. Di qui la sua attenzione alle criticità che la circondano, per prevenire o intervenire opportunamente, con progetti propri o sostenendo quelli di altri affini alle sue prerogative: vicinanza, condivisione, inclusione, solidarietà, rispetto, equità sociale. Sentimenti, i cui effetti positivi ricadono, inconfutabilmente, sulla comunità intera."
«Negli ultimi mesi – spiega l'Associazione Cadum – abbiamo cucinato facendo affidamento solo su due dei quattro fuochi della cucina e spesso, purtroppo, non ci è stato possibile riuscire a cucinare sia il primo che il secondo piatto da distribuire ai nostri utenti, con grandissimo dispiacere da parte di tutti i soci e le socie volontarie. La sostituzione era di vitale importanza ma ci era impossibile sostenere una simile spesa. Grazie a Fondazione Vincenzo Casillo e Fondazione Cannillo il nostro grido di aiuto non è rimasto inascoltato."
