Progetti

Isola Verde la Montagnola

Il benessere psicofisico di una comunità passa anche dalla presenza e dalla salute del verde del proprio territorio.

A detta degli specialisti, piantare e prendersi cura degli alberi, del verde in generale, è una necessità divenuta, oggi, impellente ed indispensabile.

Ma, ove è possibile, la priorità consiste nel preservare il verde esistente, ché già assolve alla propria funzione.

Sensibile a questo tema, la Fondazione Cannillo ritiene opportuno collaborare con le istituzioni, anche nel preservare il verde pubblico della nostra città, attraverso l’intervento conservativo degli alberi di piazza Vittorio Emanuele e, specificatamente, di quelli sussistenti sull’“Isola Verde la Montagnola”.

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Le importanti funzioni degli alberi adulti

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Una pianta secolare, alta 25 mt, con una chioma di 15 mt. di diametro in un'ora d'attività vegetativa, produce 1.710 kg. d'ossigeno e si divora 2.350 kg. d'anidride carbonica.

Produce giornalmente ossigeno sufficiente alla respirazione di tre persone.

In una sola ora, potrebbe ricambiare 8.000.000 di litri d'aria; in dieci ore un volume pari all'aria respirata da 800 persone in una giornata di lavoro pesante.

Se abbattessimo quest'albero, per riottenere una simile azione vitale, bisognerebbe sostituirlo con 1.800 giovani alberi, supposto che essi abbiano una chioma del volume di 1 m3 ciascuno.

Una pianta adulta produce in un anno una quantità di ossigeno che copre il fabbisogno annuo di 10 persone.

Gli alberi dell’“Isola Verde la Montagnola” sono quasi tutti ultra trentennali.

Dobbiamo aiutarli a svolgere le loro funzioni, dal momento che essi:

  • assorbono anidride carbonica;
  • producono l’ossigeno, che ci serve per respirare;
  • forniscono ombra;
  • mitigano il calore;
  • trattengono il terreno con le loro radici, frenando gli smottamenti.
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Purtroppo alcuni sono ampiamente compromessi, in particolare i Broussonetia Papyrifera (gelso cinese o gelso da carta), a seguito delle numerose capitozzature (estremamente dannose quanto inutili) inferte nel tempo, che hanno generato marcescenze le quali, a loro volta, minano le radici, quindi la stabilità degli stessi.

Marcescenza: effetto delle capitozzature selvagge e non cautelate opportunamente: consentono un facile accesso dei funghi, alle parti interne dell’albero, causando la carie del legno.

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Inoltre, la cattiva abitudine di dimenticare legacci utilizzati come ancoraggio, ha provocato strozzature ampiamente dannose per la loro salute.

Strozzatura: effetto della cattiva abitudine di “dimenticare” un legaccio di ancoraggio: non permette il passaggio della linfa portando inevitabilmente il tronco alla necrosi.

Ma noi ci metteremo scienza e cuore per salvarli!

 

Gli alberi ci consentono di vivere: rispettiamoli!

Insieme per una città che respira!

 

Per maggiori informazioni: info@fondazionecannillo.it

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